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La casa di accoglienza intitolata a Don Camillo ha compiuto un anno

I volontari che prestano servizio alla Casa di Accoglienza e i membri dell’ Associazione “Don Camillo Mellini” si riuniranno domenica per celebrare il 1° anniversario della riapertura della Casa San Pietro (8 marzo 2010).
La casa ristrutturata dopo la morte di Don Camillo Mellini dalla curia vescovile e dal parroco Don Gianemilio Pedroni, è stata affidata un anno fa dalla Caritas Diocesana all’ associazione Don Camillo Mellini.
Dopo la messa, alle 18, nella chiesa di San Pietro, si terrà un incontro aperto al pubblico nella vicina sala Sant’ Agostino.
Nell’ occasione si parlerà del bilancio del primo anno di attività della Casa San Pietro e suor Eva Ivacson, superiora della Casa di Accoglienza Buon Pastore di Parma, farà riflettere i presenti sul senso dell’ accoglienza oggi e renderà la sua testimonianza di accoglienza di donne provenienti da situazioni di disagio e di sofferenza.
La casa di prima accoglienza per donne in difficoltà, dedicata alla memoria dell’indimenticato Don Camillo Mellini, era stata inaugurata l’anno scorso, dopo radicali lavori, nel giorno della festa della donna.
“Nel cammino della vita bisogna fare come il marinaio che con la mano tiene il timone e con l’occhio fissa le stelle“.  
Così diceva sempre Don Camillo, il prete degli ultimi, che aveva aperto la sua casa a centinaia di donne in difficoltà.

Gazzetta di Parma  –  lunedì  28/02/2011


Carissimi amici e volontari,
con la collaborazione di Forum Solidarietà vi proponiamo di incontrarci per riflettere insieme sull’importanza  del volontariato come scelta consapevole. 
Ci troveremo a Fidenza presso “Casa san Pietro” in via Berzieri, n. 9

giovedì 13 gennaio  2011  ore 20.30 – 22.30
giovedì 27 gennaio 2011   ore 20.30 – 22.30
giovedì 03 febbraio 2011  ore 20.30 – 22.30
giovedì 10 febbraio 2011  ore 20.30 – 22.30
giovedì 03 marzo    2011  ore 20.30 – 22.30
giovedì 17 marzo     2011  ore 21.00 – 22.30

Contenuti:

- chi è il volontario, quale ruolo
- la costruzione della relazione fra organizzazione e volontario
- elementi cruciali nella relazione fra organizzazione e volontario: assegnazione
   delle attività, inserimento nell’  organizzazione, formazione, supervisione e
   valutazione, apprezzamento, comunicazione interna
- aspetti della partecipazione dei volontari ed efficacia del gruppo di lavoro
   (collaborazione, valorizzazione reciproca, saper stare dentro ai propri ruoli e
   confini)
- definizione di strategie di gestione dell’azione dei volontari
- l’ appartenenza al gruppo

Formatrice: dott.ssa Amelia Ceci, Assistente Area Gestione risorse Umane A.USL  Reggio Emilia, esperta ambito no profit e cooperazione internazionale, associazionismo volontariato.
Gli incontri del 10/02/2011, 03/03/2011 e 17/03/2011 saranno tenuti da suor Eva, Istituto Buon Pastore di Parma, responsabile accoglienza e progetti di accompagnamento a donne immigrate in difficoltà.

 L’Associazione Don Camillo Mellini ringrazia di cuore tutti coloro che hanno sostenuto le attività e i progetti realizzati nel corso dell’ anno 2010.
Un “grazie” particolarmente sentito alle persone che si sono rese disponibili, mettendo a disposizione il loro tempo, la loro esperienza e le loro competenze, offrendo aiuti concreti o semplicemente condividendo le iniziative dell’ associazione.
Il contributo di tutti è stato prezioso e spesso ha ridato forza, fiducia ed energia per proseguire nel cammino intrapreso.

A tutti gli amici, volontari e sostenitori giungano gli auguri più cari di un
BUON NATALE e di un NUOVO ANNO di pace e serenità. 

 

  

Hai dimenticato di versare la quota associativa per l’anno 2010?                  

Ti aspettiamo e ti ricordiamo che sono aperte le iscrizioni per il 2011.  
La quota è di € 30.00, ma ognuno è libero di contribuire secondo le proprie disponibilità. 

I versamenti possono essere eseguiti presso:
Stefano Laurini (negozio di via Gramsci, davanti alla Scuola Media “P. Zani”)
Banca Cremonese Credito Cooperativo – Filiale di Fidenza, via XXIV Maggio n.12
IBAN IT29N0845465730000000210039

Fidenza, 6/12/2010

Cari amici,
sono passati tre anni da quando un centinaio di persone con molta fiducia e un po’ di presunzione si riunirono nella sala sant’Agostino della parrocchia di San Pietro per fondare l’associazione Don Camillo Mellini.
Don Camillo era morto da appena due mesi ed eravamo ancora sotto shock per la mancanza di un grande uomo, un grande sacerdote e  un grandissimo amico.
In quell’occasione dicemmo di voler continuare l’opera del Don, lo dicevamo con una punta di orgoglio, e dicemmo pure che cento o mille di noi non avrebbero mai potuto fare quello che lui aveva fatto da solo, ma eravamo presuntuosi, lo dicevamo ma non ne eravamo convinti…
E iniziò l’avventura…
Come poteva capire chiunque, i primi mesi furono molto travagliati, si pensò che tutto sarebbe finito in fretta: dissapori, mala organizzazione, mancanza di idee, mancanza di una leadership, molta confusione.
Ma quando si ha la testa dura, non ci si arrende facilmente e pian piano qualcuno si è mosso a pietà e con l’aiuto di tante persone siamo  riusciti a decollare e adesso, dopo tre anni, possiamo dire che si inizia a vedere la luce. Da sei mesi è stata riaperta la casa, che funziona più che egregiamente, abbiamo ospitato tante ragazze: alcune sono rimaste solo pochi giorni, altre di più; le ragazze vengono aiutate a districarsi nella giungla delle leggi italiane, viene insegnata loro la lingua e viene spiegato loro come comportarsi nel caso trovassero un lavoro come badanti.
Tutto questo si è fatto innanzitutto grazie alla presenza di tante persone, tanti volontari che hanno sacrificato le ore di libertà e di svago per stare a disposizione delle necessità della casa. Ma tutto questo non sarebbe bastato senza l’aiuto “esterno “ di tante persone e organizzazioni senza le quali staremmo ancora “remando “ in alto mare:
innanzitutto sua ecc.za Mons. Vescovo che ha capito le nostre esigenze, ha preso a cuore la “causa”  e ci ha permesso di continuare nell’attività, anche se penso che all’inizio ci abbia visto un po’ inadatti allo scopo.
Comunque Mons. Vescovo ci ha dato un grande aiuto indiretto, nominando presidente della Caritas Diocesana il sig. Silvano Pietralunga che, grazie alla sua esperienza, ha riorganizzato la Caritas, ma ha anche messo a disposizione dell’associazione tutte le risorse del mondo Caritas. Questo ci ha messo in grado di fare cose che da soli non saremmo mai stati in grado di realizzare.
Dobbiamo ringraziare poi l’associazione “Insieme” per la grande disponibilità mostrata ai nostri bisogni, l’assistenza a diventare ONLUS, l’aiuto nell’organizzare l’istruzione all’interno della casa e tante “piccole” cose che, se non ci fossero stati loro, sarebbero diventati ostacoli insormontabili.
Da ultimo un ringraziamento al Sig. Peveri che ci ospita in questa domenica di poggia.
Dopo i ringraziamenti veniamo a noi, dopo di me parleranno i veri protagonisti di questa avventura, quelli che lavorano sodo per la riuscita di questa che per alcuni è una scommessa,  ma per altri è una promessa fatta a Don Camillo di continuare la sua opera negli anni futuri e io penso che dovremmo ringraziare anche lui che dall’alto guida le nostre azioni.
In queste occasioni ci si domanda anche: “Sì, va bene, ma poi cosa volete da noi?”
Tre cose fondamentalmente:
1) solidarietà,  sembra banale ma è importante che ci siano delle persone che “parlino bene di noi”. Una delle cose che ci rimproveriamo è quella di non farci conoscere, di non fare promozione delle nostre attività, tutto avviene per il passaparola. E’ questo che chiediamo, il passaparola; quando avremo un po’ più di tempo, faremo anche opera di pubbliche relazioni, ma in questo momento non è proprio possibile.
2) una seconda cosa importante è la partecipazione: mettere a disposizione le proprie capacità, il proprio tempo per dare una mano nelle attività della casa; per certe mansioni non occorre la laurea, basta un’ora di tempo per insegnare a qualche ragazza come si fa a stirare, come si coltiva un orto, come si prepara un piatto tipico emiliano o soltanto per accompagnare qualche ragazza alla USL o in un ufficio comunale per un documento.
3) la terza cosa sono i soldi, ce n’è sempre bisogno, lo vediamo anche nelle nostre case.  Siamo ONLUS, quindi le offerte possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi oppure  si può destinare il 5 per mille per sostenere le iniziative dell’associazione, ma a volte bastano solo i 10 euro che servono per acquistare la carne o per pagare la lavanderia. Questa riunione è per informarvi su tutto quello che abbiamo fatto, per dimostrarvi che quello che ci avete dato lo abbiamo speso bene e per raccogliere qualcosa che ci aiuti ad essere il più possibile indipendenti dalla Caritas che, specialmente in questi tempi, ha grandi necessità di assistere  famiglie del nostro territorio.

Borghetto, 21/11/2010
Guarda la Photogallery – Festa dell’Associazione 21/11/2010

Eccoci arrivati quasi alla fine di un altro anno dell’associazione,
un anno molto ricco e denso di attività e progetti…
e ce ne sono tanti altri da realizzare!
Per trovarci abbiamo pensato ad un momento che sia anche conviviale.

“Siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto
fraterno, umili e misericordiosi” (1Pt. 3,8-11 – Parte integrante del regolamento
casa di accoglienza San Pietro)  

Tutti insieme per la festa dell’associazione
il 21 novembre alle ore 17.00
a Borghetto n. 15 presso agriturismo “Ciao Latte” di Peveri 

 Riunione di tutti i soci e simpatizzanti per:
- riconfermare il sostegno all’associazione
- aggiornarci sulle attività svolte
- condividere i progetti futuri
- concludere con un momento conviviale 

Menù:    
scaglie di parmigiano con salsa
fiocchi di ricotta con salsa 
pizza – polenta fritta con crema di formaggio 
tagliatelle o risotto 
arrosto con contorno di verdure e torta fritta
vino, caffè e dolci 

offerta minima: € 25,00 

Per una migliore organizzazione dare la propria adesione alla cena entro il 15/11 a:
Stefano Laurini            cell. 3332508623
Angelo Robuschi          cell. 3200557274
Alessandro Pelizzari   cell. 3485186390
e-mail   casasanpietro@alice .it

N.B. Il ricavato, al netto delle spese, andrà a finanziare le attività dell’associazione

Associazione “ Don Camillo Mellini “

CORSO DI ITALIANO

Vuoi imparare la lingua italiana?
1. Per cercare meglio un lavoro
2. Per farti capire da tutti
3. Per conoscere la nazione che ti ospita,
    le sue leggi, le istituzioni che ti potranno aiutare

DOVE DEVI ANDARE?
SALA CIVICA “TADDEI” –largo Leopardi- Fidenza
(vicino alla scuola elementare Collodi)

Iniziamo a conoscerci MARTEDI’ 12/10/2010 ALLE ORE 14.30
E POI OGNI MARTEDI’ E VENERDI’ DA OTTOBRE A MAGGIO
DALLE ORE 14.30 ALLE 16.00

I tuoi maestri saranno:
ILEANA-GIORGIO-ENNIO-ELENA-LUCIANA                                            

 Iscrizioni presso “CASA SAN PIETRO” via Berzieri, 9 Fidenza
MERCOLEDI’ e SABATO dalle ore 9.30 alle 11.30

Discorso di Sua Eccellenza Carlo Mazza, Vescovo di Fidenza
Sabato, 26 giugno 2010     Parco della Pace

 Festa dei Popoli

Un saluto
Sono molto grato ai promotori e ai realizzatori di questa seconda edizione della Festa dei Popoli. Se, dopo il primo tentativo si è stati pronti per il secondo, significa che le motivazioni generative erano ben radicate e la risposta non deludente. Tra l’altro mi allieta e mi convince il particolare che questa Festa sia vissuta nel “Parco della Pace”, sede quanto mai appropriata ed eloquente, messa a disposizione dal parroco don Felice.
 Vorrei brevemente sottolineare alcuni aspetti dell’evento.
1. Anzitutto celebriamo una “Festa”. Mi pare che sia la parola più convincente e significativa per avvalorare un’idea di convivenza pacifica e rispettosa tra etnie diverse, ma anche per consolidare un “clima” virtuoso confacente ad un incontro tra uomini e donne cui sta a cuore uno stile di vivere fondato sulla reciproca accoglienza, sulla bontà e mitezza dei sentimenti condivisi, sulla fondamentale appartenenza al genere umano.
E’ proprio della festa infatti evidenziare un radicale desiderio di carattere amicale, quello di trovarsi, di riconoscersi, di stimarsi a vicenda. È bello essere qui riuniti con i diversi rappresentanti di “Popoli”, dal fidentino a tutti gli altri, per dire che convivere è possibile, condividere è indispensabile, consociarsi è naturale.
 2. In secondo luogo ci sta la parola “Popoli”. Appare subito che non è una festa qualsiasi, ma essenzialmente si conforma come caratterizzata dai “Popoli”, cioè da entità etniche ben qualificate, definite e riconosciute dai diritti inviolabili dei popoli, siano essi istituiti in patti statuali o no.
Un popolo non si inventa casualmente, ma possiede almeno un territorio, una storia, una cultura, una religione. Si compone di singoli e di famiglie; vive una condizione di visibilità e di cittadinanza. E val bene aggiungere che un popolo, nel mentre è fiero della sua identità, molto apprezza quella degli altri.
Per questo si avverte sempre più l’urgenza di conoscere la vera e costitutiva fisionomia di ogni popolo e nel contempo impegnarsi in ogni modo per camminare verso la direzione di un’accoglienza trasparente e propositiva nella linea di un’effettiva reciprocità di intenti e di intese.
 3. In realtà la convivenza si costruisce insieme e costituisce il fondamento di una convergente e conveniente intenzione di un buon vivere. Nella convivenza ogni formazione sociale si adegua ad una disciplina comune, al modo di un patto e di un’alleanza, e si determina attraverso l’assunzione di regole e di valori che definiscono la stessa civiltà.
Se si infrange il limite delle regole, poste a salvaguardia dello jus soli et civitatis, si creano le condizioni per generare conflitti, arroganze, sopraffazioni. Sono questi gli elementi deflagranti che negano la pace, la dignità, la fraternità e la sana integrazione. Inoltre nella tutela attiva dei diritti e dei doveri sta la base di una nuova civiltà multietnica, capace di far nascere una forma di meticciato che edifica, a pari condizioni del diritto, una nuova cittadinanza.
 4. Com’è noto, da sempre ho sostenuto il valore della “Festa dei popoli”, come un’occasione di incontro, di gioia, di conoscenza. Credo infatti che è solo creando situazioni di concreta convivenza che possono essere difese le proprie ragioni e nel contempo accogliere quelle degli altri. Ciò suppone il mettere insieme la buona volontà di tutti, a prova di una capacità di dono scambiato. 
Il dono esprime in modo evidente la nostra stessa “umanità” e ciò che la caratterizza, nella somiglianza e nella diversità. Di qui scaturisce che il solo titolo che conta consiste nell’appartenere al regno dell’uomo, nell’essere parte del genere umano, nell’essere tutti “figli” di un Dio, comunque lo si chiami e lo si invochi.
Da parte nostra desidero ridire che la fede cattolica non fa distinzione di persone, non ammette eccezioni e promuove senza riserve il dialogo e l’ospitalità, contro ogni fanatismo e ogni integralismo, tanto deleteri quanto generatori di rovine inimmaginabili.
5. Al riguardo, quanto appare bello saper condividere la propria religione, le convinzioni di fede, la preghiera perché ogni uomo, qualunque sia la sua appartenenza, si compone allo stesso modo di “corpo, spirito e anima”. Perciò la “Festa dei popoli” richiede di mettere in comune le proprie convinzioni religiose, senza paura e senza nascondimento.
Sappiamo per altro che il bene della pace tra i popoli passa attraverso le religioni, come ci ha insegnato il Concilio e soprattutto Giovanni Paolo II con gli incontri di Assisi, valorizzando tradizioni e credenze diverse, ma egualmente mirate alla trascendenza finale dell’uomo e al suo destino “divino”.
Assecondando questa visione mi permetto di invitarvi a vivere ora un minuto di silenzio, dove ognuno si rivolge al suo Dio, pregando per la nostra fraterna convivenza e per la pace dei popoli.
6. Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati perché questa “Festa” potesse ripetersi e riuscire con successo.
+ Carlo, Vescovo
CORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI LINGUA ITALIANA
Anno 2009/2010

STRUTTURA DEL CORSO
Il corso è iniziato il 29 settembre 2009 ed è terminato il 1 giugno 2010. Si è svolto due giorni alla settimana, il martedì e il venerdì dalle 14.30 alle 16.00 con un intervallo durante le vacanze di Natale e Pasqua.
PRESENZE
In media la presenza è stata di 15 persone , ma spesso si sono superate le  20 – 25. Non c’è mai stata molta omogeneità nelle presenze e si è notato un evidente turn over tra il primo ed il secondo periodo, segnato anche da un cambio di etnie.
NAZIONALITA’
All’inizio la nazionalità predominante è stata quella Etiope, dalla metà dell’anno quella Senegalese. Si sono presentate persone provenienti dal Sud America (Argentina, Ecuador, Perù…) e alcune dai Paesi dell’Est (Albania, Romania, Ucraina…). Si sono registrate presenze maggiormente femminili, ma molto alterne,  dal Nord Africa (Marocco, Egitto, Tunisia…).
SEDE
La sede del corso è stata  la Sala Civica “Taddei” in Largo Leopardi che, nonostante fosse più che accogliente, è risultata spesso insufficiente ed inadeguata per svolgere un insegnamento più individualizzato per la difficoltà di passare tra i tavoli e non coprire la visibilità della lavagna.
MATERIALE DIDATTICO
Ai partecipanti è stato fornito materiale didattico (quaderni, penne…) e sono state distribuite varie fotocopie. Si è utilizzata una lavagna a fogli e la lavagna luminosa con il proiettore, oltre a vari cartelloni e carte geografiche. Il quaderno personale non è stato da tutti utilizzato in modo adeguato per tenere in ordine il materiale e per svolgere compiti e ripasso.
INSEGNANTI
Due gli insegnanti principali, Ileana al martedì e Giorgio al venerdì, a cui si sono affiancati altri volontari; fondamentale la presenza del maestro Maffini che, oltre ad insegnare, ha fornito un importante  supporto  con l’uso della lavagna luminosa e del proiettore. Gli altri volontari, nei limiti del possibile e compatibilmente con il numero di presenze e la sistemazione logistica della stanza, hanno cercato di seguire individualmente soprattutto i casi di persone con maggiori difficoltà.
STUDENTI
Il livello degli studenti si è presentato molto eterogeneo. Alcuni partivano da un livello molto basso e quasi nullo di scolarità, qualcuno era anche laureato e conosceva già abbastanza la lingua. Questa situazione così variegata ha creato difficoltà di organizzazione.
METODOLOGIE
Il metodo è stato essenzialmente quello della lezione frontale con alcuni momenti di esercitazioni individuali. La prima parte della lezione era prevalentemente di ascolto, poi si procedeva con la scrittura sulla lavagna e la trascrizione sul quaderno. Queste fasi potevano essere organizzate anche diversamente  in base alle necessità. E’ stato dato ampio spazio alla lettura e all’ascolto. Gli argomenti trattati sono stati le principali regole grammaticali (soprattutto verbi e preposizioni) e  i vocaboli, inseriti in contesti legati alla vita di tutti i giorni ma anche in contesti più ampi come quello istituzionale, geografico,  politico e sociale del nostro Paese.
OBIETTIVI RAGGIUNTI
Sono stati raggiunti due obiettivi di base:
- un buon clima di socializzazione all’interno del gruppo di studenti e di stima e collaborazione
  con i docenti
- una conoscenza della lingua italiana differenziata a seconda del livello di partenza, della 
  cultura e dell’impegno di ciascuno.

La struttura che ospita le donne in difficoltà è stata benedetta dal Vescovo Mazza.

La casa di prima accoglienza dedicata alla memoria dell’indimenticato don Camillo Mellini ha riaperto i battenti, dopo una pausa forzata per lavori di ristrutturazione e messa a norma. Per inaugurarla è stata scelta una giornata emblematica: la ricorrenza della festa della donna, perchè la casa “Don Camillo” è nata proprio per accogliere donne immigrate e in difficoltà.
Nella chiesa di San Pietro, la parrocchia alla quale fa capo la casa, gremita di fedeli, il vescovo monsignor Carlo Mazza, ha presieduto la solenne funzione religiosa. Il parroco don Gianemilio Pedroni ha colto l’occasione per ringraziare le componenti che hanno permesso di riaprire e di mantenere la struttura nella sua specificità: parrocchia, “Associazione Don Camillo” e Caritas. Dopo la messa, è stata inaugurata la casa, con la benedizione impartita ai locali, dal vescovo Carlo Mazza. Erano presenti anche numerose donne straniere che hanno trovato ospitalità nella casa, quando, arrivate in città da paesi lontani, non sapevano dove andare. Erano presenti anche l’assessore ai Servizi sociali Marilena Pinazzini, il presidente dell’associazione “Don Camillo”,  Andrea Mellini, il direttore della Caritas, Silvano Pietralunga, l’assessore provinciale Giancarlo Castellani, il vice presidente del Consiglio provinciale di Parma Manfredo Pedroni, altre autorità e volontari. Il vescovo Mazza ha definito la casa “Don Camillo” centro per “vicini e lontani”, dove poter camminare insieme in un percorso di carità e di accoglienza.

Gazzetta di Parma – Mercoledì 10 marzo 2010

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