<< Don Camillo è qui, oggi in mezzo a noi. Così una scout, Francesca, capogruppo del Fidenza 1, ha esclamato ieri mattina, in apertura della cerimonia per l’intitolazione del parco don Camillo Mellini, nel quartiere Corea, di fianco a Casa Rabaiotti. E la cerimonia di apertura dell’anno scout, con la presenza dei gruppi Fidenza 1, Fidenza 2 e Salso 2, ha coinciso con l’intitolazione del parco a don Mellini. Quegli scout che don Camillo ha fondato e tanto amato, ieri gli hanno reso omaggio in massa, affollando il parco.
Quindi un altro «ragazzo» di don Camillo, Alessandro Pelizzari, ha ricordato il suo amato don, insieme a Renato «Tato» Beduschi, uno dei ragazzi borghigiani della prima squadriglia scout fidentina.
«Ma quanto siete belli – ha esclamato Beduschi, con un nodo alla gola, rivolgendosi ai tanti fazzolettoni presenti -. Sono tanto felice e orgoglioso oggi e sono convinto che lo sarà anche il don, che ci guarda da lassù».
Quindi ha preso la parola, Andrea Mellini fratello di don Camillo, che guida l’associazione intitolata al sacerdote. Ha ricordato le tappe della vita piena di don Camillo, dall’inizio della sua ordinazione a sacerdote, sino alla sua opera di carità e accoglienza a favore degli ultimi e di tante donne in difficoltà. In rappresentanza dell’amministrazione comunale erano presenti il vicesindaco Davide Malvisi, gli assessori Bariggi e Frangipane con alcuni consiglieri. «Sono particolarmente felice di poter essere qui a celebrare l’intitolazione di questo spazio comune alla memoria di don Camillo Mellini, un sacerdote che a Fidenza ha lasciato un’eredità di affetti e di progetti, duratura e significativa», ha detto Malvisi salutando poi il consigliere Marco Gallicani che ha presentato l’ordine del giorno, poi approvato dal consiglio comunale, per l’intitolazione. «Comincio col dire che Don Camillo non mi è mai sembrato preoccupato di lasciare il proprio nome e cognome su una targa collocata in un luogo pubblico – ha aggiunto Malvisi -. Al contrario ho sempre avuto la netta sensazione che questo sacerdote, così pieno di iniziativa e così ricco di entusiasmo contagioso volesse piuttosto lasciare una traccia profonda nelle vite delle persone che lo hanno conosciuto. Soprattutto nei giovani. Don Camillo è stato un sacerdote esemplare, perché è stato uomo di chiesa dal pensiero profondo e sempre aperto alla vita. E ha fondato il movimento scout qui a Fidenza. È stata una piccola rivoluzione. Negli ultimi anni di vita don Camillo visse la sua missione a contatto con gli ultimi. Nella canonica di san Pietro ha dato rifugio ai migranti in difficoltà, assicurando assistenza, conforto, guida e aiuto a persone provate dai sacrifici e dal dolore. Grazie a lui il seme del dialogo e della collaborazione con gli ortodossi ha potuto crescere anche nella nostra città. Poco prima di morire, nel 2007, don Camillo appariva provato dalla malattia ma sereno. Viva don Camillo. Viva Fidenza».
La cerimonia si è conclusa con lo scoprimento della targa, su bozzetto del professor Alberto Allegri, da parte di due lupetti e di una coccinella. E quindi la benedizione da parte di don Zikaria Philip, della parrocchia di San Giuseppe lavoratore. Finale poi con le testimonianze di chi ha conosciuto don Camillo. >>