Venerdì 18 dicembre 2009 alle ore 21, presso la sala multimediale del Centro interparrocchiale di San Michele, è stato proiettato il film di Ivano Sartori e Luca Laurini su Don Camillo Mellini.
Dopo la visione del film “Don Camillo Mellini”
Vaganti suggestioni
ripensando a
DON CAMILLO PRETE DI FRONTIERA
I preti di frontiera hanno nel loro Dna cromosomi particolari: infatti, fin da piccoli si sentono chiamati per una missione speciale e intuiscono che tutta la loro vita sarà un dono.
I preti di frontiera si fanno le ossa studiando molto: ma alla fine i libri di dogmatica, di morale e di liturgia giacciono impolverati sui loro scaffali. La loro fede la vivono a contatto con la realtà.
I preti di frontiera, non appena ordinati sacerdoti, vengono mandati in posti di frontiera: magari in un oratorio con ragazzi turbolenti o in una periferia in cui non esistono punti di riferimento.
I preti di frontiera, allora, scelgono sistemi educativi per allevare “uomini di frontiera”: ad esempio, optano per lo Scoutismo.
Sono spesso incompresi, i preti di frontiera, pure dai loro confratelli e dai loro superiori. Vengono guardati con sospetto, se non derisi. Ad esempio, quando propongono “il nuovo” con entusiasmo, vengono “incoraggiati” col seguente adagio: «Se vuoi sbattere la testa contro il muro, fai pure!». Essi però “gettano il cappello oltre la siepe” e sanno già che un giorno forse lontano si darà loro ragione. Essi sono convinti che “non si cuce una pezza di stoffa nuova su un vestito vecchio”, così come “non si mette vino nuovo in otri vecchi”.
I preti di frontiera vanno alla ricerca dei profeti del loro tempo. Alle persone che intendono educare, essi fanno così conoscere: “La Nuova Frontiera” di J.F. Kennedy, la nonviolenza di Gandhi e di M. Luther King, l’esperienza ecumenica di Frère Roger di Taizé, la famiglia allargata di don Zeno a Nomadelfia, l’esperienza pilota di Danilo Dolci a Partinico in Sicilia, l’“I care” (“Tutto m’interessa”) di don Milani…
Sono sognatori, “ i g’han mîa ad cunissión”, perciò corrono il rischio di non essere capiti e presi per ingenui. Essendo in frontiera, a volte sbagliano certo! Sono però convinti che il rischio maggiore, nella vita di una persona, sia quello di non rischiare mai nulla!
Sono di destra, di centro e di sinistra; impossibile inquadrarli in un partito, incasellarli dentro uno stereotipo, sistemarli all’interno di un’istituzione.
Pronunciano poche volte la parola “Dio”, ma tutta la loro vita sta a dimostrare che “Dio c’è” e che è vicino a ciascuno. Essi testimoniano che Egli ama tutti, ma ha i suoi preferiti: lo straniero, l’orfano e la vedova.
Loro… ci sono! Se hai bisogno, sai che loro ci sono!
Hanno sovente il portafoglio in mano e perciò sono spesso senza una lira. Sono poveri perché danno tutto. La porta della loro casa è sempre aperta, così come il loro cuore. Non tengono niente per se stessi, nemmeno la loro camera da letto, perché non ci dev’essere nessuno senza un tetto, un pasto, un posto dove calmare il cuore. E se non c’è un letto per riposare, si recupera un divano; e se non c’è un divano, una sedia per sedersi e un tavolo su cui appoggiare la testa si trovano sempre [bel “pungolo nella carne” per tutti noi, appartati nei nostri appartamenti!].
Questi preti sono “orsi solitari”, “esploratori di confine”, razza rara in via di estinzione.
Amabili ma non molli, appassionati ma non fanatici, semplici ma non sprovveduti, umili ma col potere di cacciare i demoni che infestano la vita di tanti, indifesi ma capaci di camminare sopra serpenti e scorpioni.
P.S. C’è un antico detto che fa: : «Quando sei nato, tu piangevi e tutti attorno a te sorridevano. Quando morirai, fa’ sì che sia tu solo a sorridere e che piangano tutti gli altri attorno a te.
Vedendo il film di Sartori-Laurini su “Don Camillo Mellini” ho pianto molto, così come mi si inumidiscono gli occhi quando ripenso a lui, “padre” spirituale di una famiglia numerosa.
Allora alzo gli occhi al cielo, rivedo tra le nuvole il suo profilo un poco sgraziato e immagino che stia guardando tutti noi, dalla sua beatitudine infinita, con quel sorriso appena accennato, un po’ malizioso ma sempre sincero e benevolo!
Fausto Negri
Preghiera della mamma di Don Camillo Mellini
ritoccata il meno possibile dalla vernacolista borghigiana Claretta Ferrarini
[Era la preghiera che recitavano i bambini prima di andare a letto, agli inizi del 1900]
Äm nin vâgh a lètt
Cum Domine parfètt
Cum Domine mägiûr
Cum Crist èl Sälvätûr
Cum l’angil in biânch
Cum èl Spirit Sânt
Cum la Vergine Marìa
e tütt j’angil in cumpänìa
Èl me angil bon
Èl me angil ciär
Tena d’òcc’ l’alma mia
Infin ca vèna ciär
Fäls èl nemîgh
Ca ‘l nè mè véna a tintèr
Gnan in vìta
Gnan in pont äd morta
A lètt äm nin vâgh
L’alma mia a Diu la dâgh
La dâgh a S. Michêl
Ca’l la monda e ca’l la manda äl bon Gesü
A lètt a-sum ändè
Quatar sânt a-g’ho cätè
Dü da cò e dü da pé
In mèžža ‘l ciêl äv ni ‘ndè
Äl dîž ca dorma
Ca m’arposa
Dîgh ca ‘l mè faga mîa insugnèr ‘na brütta roba
Mädunen’na bèlla-bèlla
Sidîv-žu intla me cämren’na
Stè mîa pö in pé
Fin quanda l’alma la resta ché
Däm tanta vìta e tanta forsa
Fin quanda i me pchè i sè šmorsän.
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