Cari amici,
sono passati tre anni da quando un centinaio di persone con molta fiducia e un po’ di presunzione si riunirono nella sala sant’Agostino della parrocchia di San Pietro per fondare l’associazione Don Camillo Mellini.
Don Camillo era morto da appena due mesi ed eravamo ancora sotto shock per la mancanza di un grande uomo, un grande sacerdote e un grandissimo amico.
In quell’occasione dicemmo di voler continuare l’opera del Don, lo dicevamo con una punta di orgoglio, e dicemmo pure che cento o mille di noi non avrebbero mai potuto fare quello che lui aveva fatto da solo, ma eravamo presuntuosi, lo dicevamo ma non ne eravamo convinti…
E iniziò l’avventura…
Come poteva capire chiunque, i primi mesi furono molto travagliati, si pensò che tutto sarebbe finito in fretta: dissapori, mala organizzazione, mancanza di idee, mancanza di una leadership, molta confusione.
Ma quando si ha la testa dura, non ci si arrende facilmente e pian piano qualcuno si è mosso a pietà e con l’aiuto di tante persone siamo riusciti a decollare e adesso, dopo tre anni, possiamo dire che si inizia a vedere la luce. Da sei mesi è stata riaperta la casa, che funziona più che egregiamente, abbiamo ospitato tante ragazze: alcune sono rimaste solo pochi giorni, altre di più; le ragazze vengono aiutate a districarsi nella giungla delle leggi italiane, viene insegnata loro la lingua e viene spiegato loro come comportarsi nel caso trovassero un lavoro come badanti.
Tutto questo si è fatto innanzitutto grazie alla presenza di tante persone, tanti volontari che hanno sacrificato le ore di libertà e di svago per stare a disposizione delle necessità della casa. Ma tutto questo non sarebbe bastato senza l’aiuto “esterno “ di tante persone e organizzazioni senza le quali staremmo ancora “remando “ in alto mare:
innanzitutto sua ecc.za Mons. Vescovo che ha capito le nostre esigenze, ha preso a cuore la “causa” e ci ha permesso di continuare nell’attività, anche se penso che all’inizio ci abbia visto un po’ inadatti allo scopo.
Comunque Mons. Vescovo ci ha dato un grande aiuto indiretto, nominando presidente della Caritas Diocesana il sig. Silvano Pietralunga che, grazie alla sua esperienza, ha riorganizzato la Caritas, ma ha anche messo a disposizione dell’associazione tutte le risorse del mondo Caritas. Questo ci ha messo in grado di fare cose che da soli non saremmo mai stati in grado di realizzare.
Dobbiamo ringraziare poi l’associazione “Insieme” per la grande disponibilità mostrata ai nostri bisogni, l’assistenza a diventare ONLUS, l’aiuto nell’organizzare l’istruzione all’interno della casa e tante “piccole” cose che, se non ci fossero stati loro, sarebbero diventati ostacoli insormontabili.
Da ultimo un ringraziamento al Sig. Peveri che ci ospita in questa domenica di poggia.
Dopo i ringraziamenti veniamo a noi, dopo di me parleranno i veri protagonisti di questa avventura, quelli che lavorano sodo per la riuscita di questa che per alcuni è una scommessa, ma per altri è una promessa fatta a Don Camillo di continuare la sua opera negli anni futuri e io penso che dovremmo ringraziare anche lui che dall’alto guida le nostre azioni.
In queste occasioni ci si domanda anche: “Sì, va bene, ma poi cosa volete da noi?”
Tre cose fondamentalmente:
1) solidarietà, sembra banale ma è importante che ci siano delle persone che “parlino bene di noi”. Una delle cose che ci rimproveriamo è quella di non farci conoscere, di non fare promozione delle nostre attività, tutto avviene per il passaparola. E’ questo che chiediamo, il passaparola; quando avremo un po’ più di tempo, faremo anche opera di pubbliche relazioni, ma in questo momento non è proprio possibile.
2) una seconda cosa importante è la partecipazione: mettere a disposizione le proprie capacità, il proprio tempo per dare una mano nelle attività della casa; per certe mansioni non occorre la laurea, basta un’ora di tempo per insegnare a qualche ragazza come si fa a stirare, come si coltiva un orto, come si prepara un piatto tipico emiliano o soltanto per accompagnare qualche ragazza alla USL o in un ufficio comunale per un documento.
3) la terza cosa sono i soldi, ce n’è sempre bisogno, lo vediamo anche nelle nostre case. Siamo ONLUS, quindi le offerte possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi oppure si può destinare il 5 per mille per sostenere le iniziative dell’associazione, ma a volte bastano solo i 10 euro che servono per acquistare la carne o per pagare la lavanderia. Questa riunione è per informarvi su tutto quello che abbiamo fatto, per dimostrarvi che quello che ci avete dato lo abbiamo speso bene e per raccogliere qualcosa che ci aiuti ad essere il più possibile indipendenti dalla Caritas che, specialmente in questi tempi, ha grandi necessità di assistere famiglie del nostro territorio.
Borghetto, 21/11/2010
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