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Casa san Pietro

1)      Che cosa fa?
Offre un alloggio temporaneo a donne italiane e straniere in difficoltà.
E’ una casa di prima accoglienza che aiuta le ospiti a superare le condizioni di disagio in cui si trovano e a rendersi autosufficienti.
Casa san Pietro vuole anche essere un luogo dove le donne possono incontrarsi, parlare dei loro problemi, sicure di ricevere un sostegno e un ascolto vero.
2)      Come lavora?
Un’equipe di coordinamento, composta da tre volontari, in collaborazione con altri volontari, ha il compito di attuare il progetto di accoglienza, organizzando i servizi di:
-          Scuola di italiano
-          Supporto per la presentazione di documenti
-          Sostegno nella ricerca di un posto di lavoro
-          Accompagnamento nell’inserimento nella realtà sociale
3)      Chi può essere accolto?
Donne maggiorenni con regolare permesso di soggiorno che sono alla ricerca di un alloggio e di un lavoro ed hanno bisogno di aiuto per orientarsi nella società, nella cultura e nella burocrazia italiana.
4)      Come trovare “Casa san Pietro” ?
Indirizzo: Via Berzieri, 9 – 43036 Fidenza ( Parma )
tel. 348-5186390 – e-mail adcmellini@outlook.it
Orari di apertura del “punto di ascolto”: sabato ore 10.00 – 12.00
Persone di contatto:  Marisa Rubini ( responsabile della casa - tel.329-5476746 ), Alessandro Pelizzari 


Regolamento casa di accoglienza san Pietro apostolo  

Sorgenti                                                                                 

“Venite,benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché  io ha avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere;ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi …… Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli  l’avete fatto a me”. (Mt.25,31-46)
La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.” (1 Cor. 13, 4-7)
“Siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, umili e misericordiosi; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione.
Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole di inganno;
eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua!” (1Pt. 3,8-11)

Premesse

1) Persone al centro
La casa deve avere la “porta aperta”per accogliere incondizionatamente la persona nella propria integrità, senza distinzione di razza religione e cultura. Bisogna ascoltare e “leggere” con attenzione i racconti di vita, farsi prossimo per dare una risposta concreta a chi “chiede” avendo sempre chiara l’unicità della persona, sapendo che la persona è qualcosa di più della somma dei suoi problemi, essendo sempre portatrice di valori e risorse anche nei momenti più difficili.
2) Diritti della persona
“ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute ed il benessere proprio e della famiglia con particolare riguardo alla alimentazione, al vestire, all’abitazione” (art. 25 dichiarazione universale dei diritti umani)
3) Riferimento
La casa di accoglienza San Pietro è una casa di prima accoglienza della Caritas Diocesana, nella gestione ci si dovrà quindi ispirare alle indicazioni di metodo e stile proprie di Caritas Italiana.
La Caritas è da sempre “ impegnata nella promozione e nella difesa dei valori della vita umana e dell’individuo come essere speciale, al di là delle culture di provenienza e nel rispetto delle peculiarità specifiche di ogni essere umano, credendo che ognuno è prezioso ed ha diritto ad una possibilità, ad una occasione per ricostruire in maniera armonica la propria personalità”.
4) Tempo di permanenza
La Caritas Diocesana vede nella casa di prima accoglienza una possibilità temporanea, per un periodo non superiore all’anno, offerto a donne che versano in gravi disagi per il recupero della loro dignità e autonomia. La principale attività della Casa è ospitare e prendersi cura di persone in difficoltà. L’obiettivo è aiutare le ospiti a superare la condizione di disagio in cui si trovano attraverso la realizzazione di un progetto finalizzato all’autonomia abitativa e lavorativa.
5) Gestione
La casa di accoglienza è affidata dalla Caritas,  per la gestione , ai volontari dell’associazione Don Camillo, aperta a collaborazioni del mondo ecclesiale e sociale.

Organizzazione dei servizi.
La casa di accoglienza garantisce agli ospiti:
a)
Il soddisfacimento dei bisogni primari:vitto, alloggio,cura della persona e dell’igiene personale.
b) Interventi finalizzati allo sviluppo armonico delle componenti relazionali, cognitive e sociali.(scuola di italiano, cucina, igiene ……)
c) Interventi di accompagnamento.
d) Attività ricreative e culturali.
Per quanto concerne le strutture la casa è dotata di un ingresso separato con attigua sala di ascolto che da una parte permette uno spazio adeguato e riservato per le persone di passaggio, dall’altra assicura alle ospiti una dimensione intima e familiare. La sala “punto di ascolto “ è anche sede dell’Associazione don Camillo ,che  potrà usufruirne per tutto il periodo di affidamento della gestione .

La Casa è dotata di
- Cinque camere con due bagni attigui
- Cucina per consentire la preparazione e il consumo del cibo, e che permette attività di laboratorio preparazione cibo e opportunità di socializzazione.
- Sala da pranzo dove si consumano i pasti principali
- Sala per il tempo libero
- Stanza lavanderia e stireria
- Docce
- All’esterno ampi spazi verdi.

Regolamento interno
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- La Casa di accoglienza con uno stile di vita semplice ma ricco di grande umanità, offre una permanenza temporanea ma stabile alle ospiti per il recupero della propria personalità e l’accompagnamento all’autonomia personale.
2- Destinatarie dell’accoglienza sono donne in difficoltà, eventualmente anche con bambini in tenera età, prive di una rete di amici o parenti che possano dare loro ospitalità e aiuto, disposte a costruire un percorso mirato alla loro futura autonomia
3- L’azione di accoglienza e di accompagnamento è svolta da volontari dell’associazione Don Camillo in collaborazione con altre  persone che prestino la loro opera in forma di volontariato. I volontari offrono impegno, responsabilità, umanità e professionalità con disponibilità a partecipare a momenti formativi.
4- La struttura e la responsabilità del progetto spetta a Caritas diocesana che garantisce:
- Ambienti alloggiativi conformi alle norme igienico-sanitarie.
- Impianti elettrici e di riscaldamento conformi alle norme vigenti.
- Servizio acqua ,luce,gas.
- Fornitura adeguata di cibo.
- Assicurazione per i volontari e gli ospiti .
- Partecipazione alla gestione del percorso educativo e formativo.
5- Nella casa di accoglienza sarà nominato un responsabile scelto da Caritas diocesana e  dall’associazione Don Camillo che si avvarrà della collaborazione di due volontari con i quali costituirà l’equipe di coordinamento.
L’equipe di coordinamento sarà composta quindi da tre volontari (possibilmente due donne e un uomo) tra i quali verrà nominato il responsabile della casa. Resterà in carica per un semestre, al termine del quale uno dei componenti verrà sostituito da un nuovo volontario. Anche il ruolo di responsabile sarà ricoperto a rotazione da uno dei volontari dell’equipe, possibilmente per un periodo di sei mesi.
L’equipe dovrà lavorare in grande sintonia al fine di garantire continuità nelle scelte e nello stile concordato anche in occasione della rotazione dei suoi componenti.

Compiti del responsabile e dell’equipe

  • attuare il progetto generale
  • incontrare le persone che chiedono accoglienza e valutare i nuovi inserimenti secondo le modalità di seguito indicate
  • coordinare il gruppo di volontari al fine di riflettere sul modello di accoglienza, condividere con loro le scelte, affrontare i temi legati alla convivenza nella casa, valutare le azioni intraprese e i risultati ottenuti, ecc…
  • registrare le attività ed ogni annotazione ritenuta significativa
  • segnalare con immediatezza gravi situazioni (malattie, furti, danneggiamenti ….) a Caritas Diocesana ed all’associazione don Camillo.

Modalità di accoglienza
Le donne che chiedono ospitalità verranno ascoltate nel corso di un colloquio individuale che avrà il compito di mettere in luce le esigenze, le urgenze e le risorse disponibili. I dati registrati in una scheda saranno la base sulla quale l’equipe di coordinamento potrà decidere la priorità di inserimento, “stilare una graduatoria” e, quando possibile, individuare e suggerire alternative all’accoglienza. In relazione alle necessità, interpelleranno altri centri (parma..  piacenza …). In presenza di disponibilità di posto, l’accoglienza sarà decisa in relazione alle necessità, all’effettiva possibilità di costruire un progetto di integrazione e non su criteri temporali.

 6- I volontari che prestano servizio nella casa svolgono due diversi tipi di intervento:
-  nel punto di accoglienza  svolgono un ruolo di incontro-ascolto del mondo esterno: accolgono richieste di accoglienza e fissano appuntamento per il colloquio. Possono assumere ruolo di incontro richiesta/ offerta di lavoro . Possono svolgere ruolo di reindirizzamento in presenza di particolari richieste (es. centro di ascolto, comune,ecc..)
All’interno dell’unità abitativa, fanno visita alle ospiti e si intrattengono con loro condividendo alcuni momenti della giornata. Fanno attenzione a cogliere bisogni, sostengono con l’amicizia nelle difficoltà, aiutano ad orientarsi negli uffici pubblici e, solo se richiesti, nei percorsi sanitari ecc..
7- I comportamenti all’interno della casa devono ispirarsi alle seguenti regole:
- Massimo rispetto delle persone
- Uso di un linguaggio corretto mai offensivo e volgare.
- Rapporto civile tra le persone per evitare ogni forma di violenza fisica e verbale.
- Massimo rispetto della casa collaborando al mantenimento dell’ordine in ogni ambiente.
- Divieto assoluto di fumare.
- Controllo degli alimenti da consumare (provenienza e scadenze)
- Uso di televisione, radio ed altri strumenti di comunicazione in orari definiti
- Comunicazione preventiva e concordata per consentire la presenza di estranei.

NB. da queste regole derivano le norme comportamentali per le ospiti e per i volontari che esercitano il servizio di gestione.

EQUIPE di GESTIONE e VOLONTARI

Principi.
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- Il riferimento principale e prioritario del servizio è l’uomo in quanto persona nella sua dignità ed unicità.
2- ognuno deve rendere conto del proprio operato a se stesso alle ospiti, all’associazione ed alla Caritas.Vi è una responsabilità etica  nelle decisioni che si assumono nello svolgimento del proprio impegno.

Doveri Generali
Il volontario ha il dovere di :
1-Perfezionare la propria competenza partecipando ai corsi di formazione/aggiornamento.
2-Conoscere i diritti fondamentali della persona (dichiarazione universale, costituzione italiana, dichiarazione comunità europea ) al fine di assicurarne il rispetto.
3-Avere la consapevolezza che la propria attività coinvolge la vita di altre persone che debbono essere rispettate nella loro dignità e unicità; per questo il servizio deve essere svolto con modestia e cautela dovute alla consapevolezza dei limiti personali.

Riservatezza: il volontario ha l’obbligo di tutelare la riservatezza di quanto viene a conoscere nel rapporto con le ospiti e su quanto viene conoscere dalle ospiti e dagli altri operatori nell’esercizio del servizio (lavoro di equipe compreso)
La deroga alla riservatezza è possibile :
A-se imposta dalle leggi per giusta causa (referti, denuncie obbligatorie ecc..)
B-nell’ambito dell’equipe solo e soltanto se ciò consente un effettivo miglioramento dell’intervento di aiuto e accompagnamento; a sua volta colui che nel lavoro di equipe viene a conoscenza di notizie informazioni ecc… ha l’obbligo di riservatezza.

Rapporto con le ospiti.
Il responsabile, l’equipe e i volontari che credono nella dignità ed importanza dell’essere umano come affermato dalla dichiarazione universale ,dalle convenzioni internazionali e dalla nostra costituzione, hanno il compito di aumentare la conoscenza e il rispetto che le persone hanno di loro stesse e degli altri; operano quindi tutelando e garantendo il loro benessere fin dal primo momento in cui le accolgono, fornendo sempre il miglior servizio possibile.

Operano rispettando la dignità e l’unicità di ogni persona senza limitazioni causate da condizioni culturali, caratteristiche personali, natura del bisogno, promuovendo in ogni caso le potenzialità individuali.

Informano dettagliatamente le associazioni referenti del progetto di accoglienza , anche per iscritto, su obiettivi, proposte verifiche, costi delle attività che intendono intraprendere e di cui devono ottenere il consenso.

Rapporto tra volontari.
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-Il responsabile, l’equipe e i volontari sono consci che il loro servizio richiede il concorso di tutti e insieme si attivano per il benessere, la dignità e qualità di vita delle persone cui rivolgono il loro servizio.
2-I rapporti tra le varie funzioni devono essere improntati alla massima correttezza (formale e sostanziale), i contrasti delle opinioni e delle diverse vedute non devono mai giungere a contrasti personali. In caso di mancato accordo la composizione viene affidata alle istituzioni che hanno la supervisione delle attività (Caritas e Associazione don Camillo).
3-Nell’attuazione di progetti definiti e approvati i volontari che vi partecipano, sottostanno in dimensione di dialogo e collaborazione al referente responsabile  che ne ha avuto l’incarico.

4-“sale della vita è il BUON SENSO”

Don Camillo insieme alle donne immigrate che ospitava

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